Oggi il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto in Parlamento per aggiornare le Camere sugli sviluppi della guerra in Ucraina. Qui, il discorso integrale.
Sono intervenuta in dichiarazione di voto sulla risoluzione di maggioranza che abbiamo presentato chiedendo specifici impegni al Governo.
Chi mi segue saprà già che sono di ritorno dalla Conferenza interparlamentare per la politica di sicurezza e difesa comune che il 24 e il 25 febbraio si è tenuta a Parigi. In quella sede abbiamo sottoscritto un documento, in esso sono contenuti alcuni punti che ho ritenuto necessario ribadire in Aula, in particolare in riferimento alla nostra unità e al nostro incrollabile attaccamento ai valori comuni europei, nonché alla nostra determinazione nel rafforzare la solidarietà con gli Stati membri situati all’esterno dell’Unione europea. Perché, come emerge dagli incontri delle ultime ore in sede europea, stiamo assistendo al rinvigorimento dei principi su cui si fonda la nostra unione politica, al di là della questione energetica. Del resto, l’Europa si sta già misurando – tramite i lavori sulla bussola strategica – con una comune volontà di connessione, in grado di indicare per gli anni avvenire un progetto solidale, di fiducia aperta e reciproca, nonché di difesa.
Il patrimonio morale, comune a tutti gli Stati membri, ora si consolida sull’obiettivo della pace e della ferma condanna verso l’aggressione militare della Russia, in violazione dei principi del diritto internazionale, innanzitutto l’integrità territoriale e l’autodeterminazione del popolo ucraino. In questo senso, ho accolto con soddisfazione due decisioni al vaglio dell’Unione, ossia l’apertura all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione, e la possibilità di una protezione temporanea a tutti i cittadini ucraini che vorranno richiederla in uno degli Stati membri. Quest’ultimo punto è anche contenuto negli impegni della comune risoluzione di cui vi ho detto prima, con lo scopo di attivare un doveroso programma straordinario di accoglienza dei profughi ucraini che, secondo le ultime stime dell’UNHCR, sarebbero già 500mila. Il punto all’attenzione del Governo propone anche una delle vie risolutive alla crisi Ucraina, perché, secondo quanto ha dichiarato il segretario delle Nazioni Unite, Guterres, “essa rischia di essere la peggiore negli ultimi decenni”.
Ho espresso al Presidente Draghi e a tutto il Governo il totale appoggio sulle future azioni che il Paese prenderà a livello nazionale e sovranazionale sul fronte della guerra in Ucraina, consapevole della responsabilità politica e morale già dimostrata.
Personalmente nutro la speranza che ci sia ancora posto per quel dialogo tanto caro a Papa Francesco e che il cardinale Parolin ha rilanciato pubblicamente nelle passate ore, quando ha parlato della necessità di comunicazione e ascolto reciproci per conoscere a fondo e comprendere le ragioni altrui. In questo senso sono molto soddisfatta che, tra gli impegni della risoluzione, sia stata contemplata la possibilità di raccogliere la disponibilità dimostrata dalla Santa Sede a svolgere un’opera di mediazione. Come anche è stato specificato nell’atto, il Governo dovrà continuare – affianco alle sanzioni – ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile a quella de-escalation militare a cui mira anche il presidente Biden.
Qui è possibile rivedere il mio intervento.