Sia che si tratti di politica estera o interna, agire secondo logiche basate sull’emergenza può portarci a commettere errori di valutazione.
Per evitare che proprio in queste ore possa delinearsi una tale eventualità, proporrò che una parte delle risorse già destinate all’Afghanistan vengano indirizzate al Libano. L’ambito della mia proposta è quello relativo ai lavori della commissione Esteri della Camera, impegnata insieme al gruppo Difesa nella discussione e approvazione di una risoluzione che, autorizzando una modifica alla deliberazione del Consiglio dei Ministri sulle missioni internazionali, propone di finanziare un Fondo per incentivi in risposta alla situazione in Afghanistan e per il sostegno umanitario alle popolazioni coinvolte anche nei Paesi limitrofi. In sintesi con la modifica in esame, il fabbisogno indicato nella precedente formulazione di 120 milioni di euro per il 2021, per la formazione delle forze di sicurezza afghane, potrà essere reimpiegato per il sostegno umanitario alle popolazioni coinvolte dalla crisi.

È giusto intervenire sull’Afghanistan, ma è ugualmente doveroso non dimenticare, o peggio abbandonare, il Libano, che tutti sappiamo essere allo stremo. Basti pensare che questa mattina, la sessione parlamentare per il voto di fiducia al nuovo esecutivo di Beirut è stata rinviata per mancanza di corrente e nel pomeriggio il presidente del Parlamento ha sollecitato i lavori dell’assemblea per evitare di sospenderli a causa di un nuovo black out. Le banche sono inattive da settimane, mancano farmaci di prima necessità, non c’è benzina e il cibo scarseggia. La situazione è talmente grave che anche la comunità cristiano-maronita, pochi giorni fa, ha lanciato un disperato appello affinché la cittadinanza venga sostenuta al più presto con aiuti concreti.

Obiettivo: non voltare le spalle a Beirut
Non possiamo scegliere di destinare ogni centesimo dei fondi già stanziati per la missione in Afghanistan alle organizzazioni umanitarie e ai paesi limitrofi coinvolti nell’accoglienza dei profughi del conflitto appena concluso.
120 milioni di euro sono una cifra enorme, è più del doppio dell’intera somma spesa dalla Difesa italiana per i progetti umanitari in Afghanistan tra il 2005 e il 2021. Sul punto poi, vi è anche la possibilità che le ricadute positive delle risorse sulla popolazione non siano tangibili, data la dilagante corruzione o il problema che riguarda gli illeciti traffici di stupefacenti. Anche nel caso in cui le risorse siano direttamente consegnate alle organizzazioni umanitarie, senza che le burocrazie e i governi ne impediscano la giusta distribuzione, siamo certi che di esse ne venga fatto un giusto utilizzo?

Usare tutti i fondi a disposizione per l’Afghanistan e i paesi limitrofi potrebbe essere una scelta miope e pericolosa. Il Libano è un paese cruciale per l’Italia e per il suo posizionamento geopolitico nell’area mediterranea: non possiamo permetterci di dimenticarlo.