Da sempre la Marina militare figura tra gli aspetti identitari della città di Taranto ma d’altronde gli spazi di competenza militare e le numerose attività svolte nel capoluogo ionico hanno prodotto negli anni una visione distorta del ruolo della Forza armata.

La funzione della Marina a Taranto ha bisogno di essere rivalutata anche alla luce dell’apporto che la stessa potrebbe dare nell’ambito della riconversione economica del territorio. In questo senso, l’accenno dell’ammiraglio Cavo Dragone – in audizione al Senato in qualità di Capo di Stato Maggiore Marina – alla tutela dell’ambiente marino come priorità condivisa mi fa ben sperare che possa esserci un’ottima collaborazione sui tanti progetti presenti sul tavolo a favore del capoluogo ionico.

Egli stesso ha detto che ciò che ispira ad oggi la Marina militare è l’idea di una flotta verde, grazie all’impiego di tecnologie sempre più pulite e sostenibili per la navigazione in mare. Inoltre, sottolineo l’impegno espresso in audizione dal Capo di Stato Maggiore Marina verso gli aspetti sociali, legati ad esempio alle attività subacquee rivolte a persone affette da disabilità – quali paraplegia o cecità. Questo riferimento offre un ulteriore stimolo per estendere anche nella città di Taranto le numerose iniziative – già presenti a livello nazionale – di collaborazione tra Marina militare e centri diving specializzati nell’accompagnamento in acqua di persone con disabilità. 

Non di poco conto poi il riferimento di Cavo Dragone al concreto impiego dual use di tecnologie e mezzi a favore della collettività nazionale, cosa che per alcuni aspetti a Taranto già avviene e che puó estendersi ulteriormente, ad esempio con l’apertura programmata di alcuni spazi ancora interdetti alla cittadinanza.

Infine, colgo il rinvio del Capo di Stato Maggiore al personale civile, che soprattutto in una città come Taranto rappresenta un asset fondamentale per il buon funzionamento della Marina militare, insieme al patrimonio di competenze e professionalità utilissimo ai lavori in Arsenale. Il personale militare poi ha bisogno di lavorare senza vedere compressi i tempi di vita dedicati alla famiglia: occorre assicurare la possibilità di un turn-over ‘sostenibile’ del personale che già oggi affronta periodi di mare più lunghi del previsto, con un trattamento economico non rispondente al sacrificio richiesto.

Certo, le risorse finanziarie rappresentano una sfida, come lo stesso ammiraglio Cavo Dragone ha detto: una prova che va affrontata su un piano più ampio e costruttivo che appunto miri a fare rete anche con l’Industria difesa, ad oggi ancora troppo marginale nel capoluogo ionico. Per posizione, storia e capacità la città di Taranto ricopre un ruolo nevralgico per la Marina militare: raccogliere e lasciarsi stimolare dalle sane iniziative enunciate dal neo Capo di Stato Maggiore deve rappresentare anche da noi un buon punto di partenza per un cambio di rotta nel rapporto tra la Forza armata e la cittadinanza.