“I DESERTI AVANZANO E I GHIACCIAI SI SCIOLGONO”.

Con queste parole l’astronauta Luca Parmitano ha descritto ciò che ha visto dallo spazio guardando la nostra Terra. L’articolo uscito ieri sulle dichiarazioni rese dal colonnello dell’Aeronautica militare – che nella missione Beyond dell’Agenzia Spaziale Europea sarà anche il primo comandante della stazione – ha suscitato scalpore e confermato i terribili effetti del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici di cui ha già ampiamente parlato il nostro ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

È intervenuto infatti anche lui, in continuità con le rivelazioni dell’astronauta catanese, ricordando come l’Italia abbia avuto un ruolo primario nella decisione del taglio al 37,5% di emissioni di CO2, decretato al Consiglio dell’Ambiente europeo qualche mese fa. 

Per far fronte all’annoso problema dei cambiamenti climatici, l’Italia porterà a settembre a New York, nell’ambito del summit sul #climatechange, il suo progetto che sta già suscitando grande interesse a livello mondiale sulla digitalizzazione del sistema di gestione elettrica nei Paesi in via di sviluppo e sviluppati, con un taglio di quasi il 40% di energia.

UNA LEADERSHIP AMBIENTALE CHE ABBIAMO CONQUISTATO COME PAESE ITALIA, anche grazie alle grandi innovazioni e ricerche scientifiche sia in campo spaziale che terrestre, in cui l’Italia ha dato un grosso contributo. Come del resto mi è stato confermato ieri sera in visita con i colleghi dell’intergruppo Aerospazio all’Osservatorio astronomico di Roma, sede INAF (Istituto nazionale di astrofisica). I campi di attività come dicevo sono implementati sia nell’ambito dei progetti di terra che nei progetti spaziali: la ricerca astrofisica italiana ha conquistato durante gli ultimi 15 anni un ruolo di punta in questo settore, raggiungendo risultati fondamentali e guidando nuovi grandi esperimenti che daranno i loro frutti negli anni a venire, anche e soprattutto per aiutarci ad arginare il climate change. 

Noi dobbiamo di sicuro fare la nostra parte: come istituzioni politiche per promuovere policies sostenibili e di prevenzione, come cittadini modificando gli sbagliati usi che facciamo delle risorse naturali, ad esempio l’acqua. Proprio qualche giorno fa, precisamente il 29 luglio, è stato il giorno dell’Earth Overshoot: abbiamo terminato tutte le risorse naturali della Terra per l’anno 2019. Da qui a fine anno utilizzeremo le risorse del futuro…Cosa ne sarà delle successive generazioni? Come faranno?

L’obiettivo è quello di spostare la data di 5 giorni l’anno: questo cambiamento consentirebbe di raggiungere l’equilibrio con le risorse prodotte ogni anno dal nostro pianeta prima del 2050! Di sicuro, il taglio delle emissioni di CO2 di cui ha parlato Costa è un ottimo punto di partenza, infatti una diminuzione di emissioni del 50% permetterebbe di spostare la data dell’Earth Overshoot di ben 93 giorni. È un obiettivo possibile!