Questa mattina la commissione Difesa di Camera e Senato ha ascoltato le tanto attese linee programmatiche del nuovo ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Sono tre i punti dell’intero discorso che mi hanno particolarmente colpito e che voglio brevemente analizzare con voi…

In prima battuta non posso che essere d’accordo con il concetto di MEDITERRANEO ALLARGATO esposto dal Ministro Guerini in quanto, ci muoviamo all’interno di uno scenario internazionale in continua evoluzione e di un allargamento agli scenari soggetti a instabilità che, sotto vari aspetti, vedono coinvolti gli interessi nazionali. 

A ciò si aggiungono la corruzione e il terrorismo che vanno contrastati in maniera efficace, anche attraverso politiche di cooperazione e diplomazia internazionale degli Sati coinvolti. In questo contesto l’Italia dovrà continuare ad avere un ruolo di spicco, grazie soprattutto all’abnegazione delle nostre donne e dei nostri uomini impiegati nelle Forze armate che tanto fanno per la formazione e l’accompagnamento a una transizione democratica in questi Paesi. 

Ho notato poi, per quello che ho potuto ascoltare, una leggera inversione di prioritá rispetto al recente passato, ossia un più ampio accenno all’incremento dell’industria difesa, piuttosto che al personale sia militare che civile. Ebbene, credo non ci possa essere innovazione senza il supporto e il know how e tale capacitá è solo prerogativa delle risorse umane che con grande spirito di servizio assicurano il funzionamento della complessa macchina delle Forze Armate. Quindi, in definitiva credo non siano due elementi da scindere, soprattutto se nel breve e medio termine l’Italia vorrá davvero rafforzare la propria identità nel settore industriale. Punto quest’ultimo che mi lascia un po’ perplessa, in quanto precedenti esperienze ci insegnano che in alcuni casi la collaborazione internazionale sui programmi ha permesso all’Italia un minor dispendio di risorse economiche e una migliore efficienza. Del resto il programma degli U-212A, che già dalla metà degli anni Novanta dello scorso secolo ha visto la Marina militare italiana formalizzare con l’omologa forza tedesca un Memorandum di cooperazione per l’acquisizione del programma – che riguarda la costruzione, l’integrazione di supporti tecnico-logistici e addestrativi per sottomarini più performanti ed evoluti – ha portato in Italia notevoli vantaggi acquisiti nel tempo, anche in termini di competenze. 

Aspetto di conoscere maggiormente nel dettaglio gli aspetti relativi al personale militare e civile, per cui vi ricordo che ho depositato mesi fa una proposta di legge. Quest’ultimo è un ambito in cui parlare di simmetrie appare secondo me una mera semplificazione che credo non renderebbe giustizia né all’uno né all’altro settore.