Sulle pagine del quotidiano «Avvenire» di ieri – 13 luglio – è stata pubblicata una mia intervista dove spiego le ragioni che mi hanno portata ad aderire al progetto politico di Insieme. Di seguito il testo:
«È la prima, e al momento unica, parlamentare ad essersi iscritta a Insieme, partito di ispirazione cristiana che ha in Stefano Zamagni – presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali – uno dei suoi principali promotori. Alessandra Ermellino, membro della Commissione Esteri, ha lasciato il Movimento 5 Stelle un anno fa, pur non rinnegando gli ideali originari ma constatando l’impossibilità di portarli avanti «per colpa di chi si è impossessato di quel progetto tradendo le speranze di milioni di italiani».
Ermellino, ha scelto Insieme per il suo futuro politico. Per quale ragione?
Dopo mesi di permanenza nel gruppo misto e di fattiva collaborazione con la componente di Centro democratico (nella quale continuerò la mia attività alla Camera), ho trovato in Insieme un progetto la cui visione corrisponde ai fini per i quali ho cercato di lavorare nel corso di tutto il mio mandato. Un progetto di lungo respiro, lontano dalle lotte di posizione che dominano il parlamento, dalla ricerca del consenso e dall’ansia della propria conservazione.
Insieme si definisce Cristianamente ispirato ma totalmente laico e plurale. Si ritrova in questa definizione?
Direi di sì. Mi pare un approccio in grado di affrontare la complessità delle sfide che abbiamo davanti, ponendo al centro le persone e la responsabilità del ruolo della politica. Serve pensiero e visione, non slogan. Questo Paese ha bisogno di trasformazioni non di riforme in balia di scelte di campo.
Però al momento è la sola ad aver aderito.
Confido che con il tempo le cose cambieranno. Ma Insieme non è nato per reclutare parlamentari. Piuttosto per immaginare un radicale cambiamento delle dinamiche sociali, culturali ed economiche che governano il Paese, per preparare l’Italia a ciò che ci attende da qui ai prossimi 20-30 anni.
Da ex grillina che idea si è fatta del terremoto interno al M5s?
Onestamente credo che il Movimento abbia perso la bussola già da tempo. Lo sfaldamento a cui assistiamo è solo una naturale conseguenza del tradimento della speranza che ci era stata affidata. I miei ex compagni hanno perso la capacità di immaginare un Paese diverso in favore della loro posizione attuale.
Quale contributo porterà al partito?
Come membro della Commissione Esteri, vorrei poter contribuire alla costruzione di un ruolo di leadership per l’Italia, che guardi al nostro posizionamento in Europa e nella compagine atlantista. Con particolare attenzione alla questione delle migrazioni e alla stabilizzazione dell’area del Mediterraneo. Dobbiamo rivedere Dublino, rafforzare la cooperazione, puntare alla dimensione esterna dell’Europa e rilanciare strumenti alternativi di immigrazione controllata. Tutto questo salvaguardando in primo luogo la vita delle persone.
Sul piano interno, serve poi una trasformazione del ruolo dell’impresa e della sua responsabilità sociale, a cominciare dall’Ilva e da quanto sta accadendo nella mia Taranto da troppo tempo.
**Articolo a firma del giornalista Matteo Marcelli**