Nella giornata di ieri sono intervenuta nell’Aula della Camera in discussione generale e dichiarazione di voto sulla risoluzione di maggioranza nel merito delle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in vista del prossimo Consiglio europeo.

In qualità di membro della componente politica Centro democratico ho ribadito che è nostra convinzione che il Paese (anche grazie all’autorevolezza del Presidente Draghi) abbia l’opportunità di assumere finalmente un ruolo centrale in seno alla discussione per le future politiche europee sull’immigrazione. 

Affinchè questo Consiglio non sia vano dobbiamo impiegare tutte le nostre forze per imprimere una svolta alla gestione dei flussi, che non guardi più soltanto alle crisi contingenti ma si muova su quella dimensione esterna senza la quale non possiamo sperare in una soluzione a lungo termine del fenomeno migratorio. In questo senso la speranza è che la cooperazione e gli interventi di sostegno ai paesi terzi superino l’orizzonte ristretto degli accordi bilaterali per agire invece in una direzione unitaria. E sarà nostro compito, come promotori dell’imminente Consiglio, convincere e coinvolgere in questo disegno di ampio respiro gli Stati ancora riluttanti ad accettare questa situazione come un dato di fatto. 

Dobbiamo fare in modo di correggere la miopia di soggetti politici e governi che non riescono a vedere quanto invece un’azione comune porterà anche a loro i benefici rincorsi da così tanto tempo.

Solidarietà dunque ma anche responsabilità. Europea però, non nazionale. 

Solo in questo modo si può sperare di risolvere anche le criticità particolari. E solo a partire da qui si potranno superare questioni annose come quella dei ricongiungimenti, dei ricollocamenti e dei rimpatri (qualora legittimi e necessari alla sicurezza dell’Unione). 

Crediamo davvero che senza un concreto impegno dell’Europa nei luoghi in cui si originano le migrazioni potremo allentare la pressione sulle nostre coste? Davvero c’è ancora chi pensa di risolvere la questione con blocchi navali e respingimenti (tra l’altro illegali secondo il diritto internazionale)?  

Cerchiamo allora di allargare lo sguardo e di conferire al nostro paese la centralità che merita nell’area mediterranea. Nella consapevolezza che questo potrà accadere solo e soltanto lavorando di concerto con chi saprà guardare oltre i propri interessi nazionali.

Come Centro Democratico quindi, abbiamo rinnovato la fiducia nell’operato del governo annunciando il nostro voto favorevole alla risoluzione votata. L’attuale situazione politica, pur nell’incertezza e nella criticità di cui tutti abbiamo contezza, offre ampi margini di movimento per il nostro Paese e per l’Europa tutta. Essere finalmente riusciti a porre il tema migratorio nell’agenda del Consiglio europeo è un merito che non fatichiamo a riconoscere a questo esecutivo, ma la vera sfida sarà trasformare questo traguardo in un effettivo cambiamento dell’approccio dell’Unione alla gestione de flussi. Un’inversione di tendenza in direzione di quella dimensione esterna alla quale ho accennato in precedenza.

Se riusciremo a farlo, se cioè riusciremo a sostituire il paradigma de bilateralismo con il principio della solidarietà, siamo certi di poter iniziare a sperare in un futuro europeo diverso, inclusivo ma efficiente, e cioè in grado di salvaguardare da una parte i diritti umani e dall’altra la sicurezza degli Stati membri, la loro prosperità e i principi che li hanno spinti a unirsi e a riconoscersi in un’unica compagine.

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