Oggi ero relatrice in Aula sulla ratifica dell’accordo tra Italia ed Ecuador. Con l’accordo si fissa l’impegno per entrambi i Paesi a rafforzare la loro collaborazione per prevenire, contrastare e condurre indagini sulla criminalitá. Di seguito il mio intervento in versione integrale.
“Grazie Presidente.
Colleghi deputati e rappresentante del Governo, prima di passare all’illustrazione del provvedimento al nostro esame, mi preme ricordare che l’Ecuador vanta con l’Italia crescenti rapporti economici, anche in ragione della presenza di una nutrita comunità di cittadini ecuadoregni residenti nel territorio italiano, stimata in più di 80 mila persone.
L’intesa in esame, composta da un preambolo e da 11 articoli, sancisce l’impegno dei due Paesi ad intensificare la collaborazione bilaterale per prevenire, contrastare e condurre indagini sulla criminalità e sul crimine nelle sue varie forme, ponendosi essa stessa quale strumento giuridico per regolamentare la cooperazione di polizia sotto il profilo strategico ed operativo.
Tale impegno assume un significato ancora più forte alla luce dell’attualità politica e sociale del Paese sudamericano. Nelle ultime ore, il presidente dell’Ecuador, Guillermo Lasso, ha dichiarato lo stato di emergenza in tre province occidentali proprio a causa dell’aumento della criminalità, imponendo il coprifuoco solo in alcune aree dalle 23 alle 5 ora locale, e dispiegando in tutte e tre le province 4000 agenti di polizia e 5000 truppe delle forze armate. L’obiettivo – secondo le dichiarazioni di Lasso – è quello di far rispettare la pace e l’ordine, messi a dura prova dato l’aumento degli omicidi e dei crimini legati alle bande che, sempre secondo il presidente dell’Ecuador, sono strettamente collegati al traffico di droga. È noto infatti che il Paese venga usato come via di transito per la cocaina contrabbandata dai vicini Perù e Colombia, e si dice anche che i potenti cartelli della droga messicani operino attraverso le bande locali. Secondo InsightCrime, la città portuale di Guayaquil, nella provincia di Guayas, è stata classificata come la 50° città più violenta del mondo. L’Ecuador inoltre, ha anche visto le rivolte carcerarie più letali della sua storia, che hanno scioccato il paese ed esposto il potere delle bande che operano nelle sue prigioni. Sul fronte sociale la cronaca ci restituisce la notizia che gli insegnanti dell’Ecuador hanno organizzato nuove proteste nelle città di Quito e Guayaquil per rivendicare l’applicazione della riforma della scuola cheprevede, tra le altre cose, un aumento di salario per i docenti. Il governo infatti ha fatto sapere di non essere in grado di adeguare immediatamente i salari degli insegnanti così come previsto dalla legge. I docenti dal canto loro hanno invocato un intervento della Corte costituzionale. Infine, sempre sul fronte della politica interna, il presidente Lasso sta cercando di risolvere una crisi di governo che ha comportato l’abbandono dell’incarico in due giorni di quattro ministri: Difesa, Energia, Agricoltura e Diritti umani. Per il momento, per evidenti ragioni di stabilità istituzionale, l’unico avvicendamento già ufficializzato è quello alla guida del ministero della Difesa, dove Luis Lara, ha sostituito Luis Hernandez.
Nonostante i tentativi del governo dell’Ecuador di proporre una immagine di normalità a quanto sta succedendo nel Paese, la realtà politica è che in 11 mesi di presidenza di Lasso sono già 16 i cambiamenti realizzati in undici istituzioni governative, e che in molti casi i ministri hanno deciso di dimettersi, e non sono stati sostituiti per volontà del capo dello Stato, esistendo profonde divergenze di strategia politica.
Fatta questa breve contestualizzazione, ritorno all’Accordo, il quale è stato redatto sulla base del modello accolto dal Dipartimento della pubblica sicurezza nelle relazioni con Paesi extraeuropei e perfezionato per alcuni specifici aspetti della collaborazione di polizia, ricalca nei contenuti altre intese già ratificate della stessa natura.
L’Intesa, dopo aver individuato nei rispettivi Ministeri dell’Interno le autorità responsabili della sua attuazione, indica i settori della cooperazione bilaterale, relativi al crimine organizzato transnazionale, alla tratta di esseri umani, ai traffici di stupefacenti, di migranti, di armi e di beni culturali, alla ricerca dei latitanti, al riciclaggio e alla criminalità informatica.
Il testo definisce, quindi, le modalità della cooperazione bilaterale, prevedendo lo scambio sistematico di informazioni, anche sui rispettivi strumenti legislativi, l’aggiornamento sulle minacce esercitate dalla criminalità organizzata, l’adozione di misure di coordinamento, l’esecuzione di richieste di assistenza, lo scambio di ufficiali di collegamento.
I successivi articoli disciplinano le modalità per le richieste di assistenza e per la loro esecuzione e i casi per opporre un rifiuto a tali richieste, ascrivibili a situazioni ritenute pregiudizievoli per la sovranità, la sicurezza e l’ordine pubblico di una delle due Parti.
Un articolo specifico è dedicato ai limiti circa l’uso dei dati personali trasmessi e delle informazioni sensibili scambiate, mentre ulteriori norme disciplinano, rispettivamente, la possibilità di organizzare riunioni e consultazioni fra i rappresentanti delle competenti autorità delle due Parti e le modalità per la suddivisione delle spese e dei costi delle richieste.
Da ultimo, sono disciplinate le modalità per la composizione di eventuali controversie interpretative o applicative dell’Accordo, l’entrata in vigore, la cessazione e l’emendabilità del testo stesso.
L’Accordo non presenta profili di incompatibilità con la normativa nazionale e con l’ordinamento europeo, né con gli altri obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese, a partire dalla Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961, dalla Convezione sulle sostanze psicotrope del 1988 e dalla Convenzione contro la criminalità organizzata del 2000, tutti strumenti giuridici adottati nell’ambito delle Nazioni Unite.
Mi preme raccomandare la definizione approvazione di questo disegno di legge, già approvato dall’altro ramo del Parlamento il 20 aprile 2021, poiché l’Accordo realizza una cooperazione fondamentale tra Italia ed Ecuador nel settore delle operazioni di polizia, rispondendo alle esigenze dell’attuale contesto internazionale, che richiede una sempre maggiore collaborazione per il contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, a partire dalla prevenzione e dal contrasto dei traffici internazionali di droga”.