Facendo seguito all’impegno assunto nel Consiglio Nazionale di Centro Democratico, all’interno del quale continuo ad occuparmi delle mie materie di elezione come responsabile del dipartimento Esteri (e Difesa ça va sans dire), riprendo più attivamente a scrivere su questo blog cercando di fissare quelli che sono alcuni punti per me essenziali.
Per non essere troppo noiosa, non potendo contare al momento su quella che è stata per cinque anni la preziosa collaborazione della mia stratosferica mano destra che puntualmente asciugava e rendeva leggibile il mio pensiero, cercherò di occuparmi non soltanto di politica estera. Farò delle incursioni che spaziano dalle prossime elezioni europee (quanto ci sarebbe da dire!) a questioni più locali (e anche qui ci si potrebbe consumare le dita ultimamente).
Ma prima di addentrarci su questo sentiero, penso sia necessario iniziare da una riflessione di fondo: perché il 25 aprile 2024 ho accettato di ritornare ad occuparmi attivamente di Politica? Per citare una frase di Ralph Nader, Turn on to politics or politics will turn on you. Anche se rileghiamo la politica in un angolino recondito dei nostri pensieri, le scelte politiche di altri – giuste o sbagliate – ricadono sul nostro quotidiano e solo col nostro agire possiamo contribuire a incidere per ridurre le diseguaglianze della società in cui viviamo.
Altro aspetto dirimente è che il modo di fare politica è profondamente cambiato. Siamo infatti passati dai partiti e dalle sezioni, luoghi fisici in cui ci si incontrava, prendevano vita i dibattiti e si formavano le idee da tradurre successivamente in mozioni e proposte normative, agli influencer della politica ovvero quegli amministratori che, ad ogni livello, pubblicano convulsamente sulle loro pagine social nella speranza che quel tema o quella foto, corredati dal giusto hashtag, incontri i favori dei propri followers. In questo eccesso di spettacolarizzazione ci si dimentica che l’unico a trarne beneficio è l’ego autoreferenziale del singolo, oltre al fatto che mille likes non potranno mai sostituire mille incontri pubblici o mille volantinaggi. Motivo per cui ho scelto di non conformarmi e seguire un’altra strada, che riparte dall’esempio virtuoso di chi nel passato ha fatto Politica sul serio. Lavoro non facile, perché richiede applicazione, studio e formazione continua per poter esternare correttamente la propria posizione e sostenerla nel confronto con gli altri allo scopo di giungere ad una posizione condivisa.
Chiudo rinnovando l’invito, se ritenete di condividere la mia stessa sensibilità, a partecipare attivamente alla costruzione e al consolidamento di una Politica nuova, che fa tesoro del proprio passato ma che intende ripartire dalle relazioni e dalla tutela del bene comune.
A presto!