“Il personale civile rimane una componente importante dell’intera Amministrazione Difesa e rappresenta una risorsa su cui il Ministero considera prioritario investire”. Ad affermarlo è stata ieri, nell’ambito del question time, il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, poco prima che io replicassi all’interrogazione posta all’attenzione del governo.
Sono due gli aspetti che sottolineo rispetto a questo argomento, direttamente riportando le intenzioni del Ministero: sul versante interno è stato già predisposto un piano di formazione articolato su base triennale con l’obiettivo di poter contare su un personale aggiornato, motivato e quindi pronto ai cambiamenti. Allo studio vi sono approfondimenti su più fronti volti a ottimizzare le capacità della Difesa già esistenti nel campo della formazione. Ad esempio i lavoratori più anziani potrebbero diventare essi stessi formatori. In campo, poi, la valorizzazione dei centri di formazione che appartengono all’area tecnico-industriale, potenzialmente basi di un’offerta formativa tecnico-specialistica e orientata al lavoro, anche per i cittadini. Infine, sul versante esterno, il ministero della Difesa sta valutando ogni possibile opzione per individuare modalità operative efficaci per promuovere l’occupazione giovanile nel comparto. Già nel corso dell’incontro dello scorso lunedì organizzato da alcune sigle sindacali del settore Funzione pubblica, ho esposto il personale interesse al potenziamento formativo anche all’interno dell’Arsenale tarantino e per cui ho, in fase di Bilancio alla Camera, presentato un ordine del giorno accolto come raccomandazione dal Governo. So bene, inoltre, che la problematica legata al personale civile impiegato nel settore della difesa non è solo prettamente formativo ma riguarda una questione più ampia che attiene al loro inquadramento. Anche su questo, ribadisco, che sto portando avanti un lavoro che raccoglie numerosi spunti e riflessioni provenienti proprio dall’esperienza diretta delle risorse.
Riguardo gli altri contenuti della risposta all’interrogazione, riguardante non solo il personale civile ma anche quello militare e le associazioni sindacali (per cui il Ministero ha emanato una circolare che indica limiti e criteri per la loro costituzione e che verrà presto aggiornata alla luce del recente parere fornito in materia dal Consiglio di Stato), aggiungo che il disequilibrio tra Nord e Sud del Paese riguardo le infrastrutture militari è un dato di fatto che il Ministro Trenta ha preso di petto coinvolgendo direttamente lo Stato Maggiore della Difesa, il quale si occuperà di condurre uno studio omnicomprensivo finalizzato a verificare la possibilità di esplorare nuove soluzioni infrastrutturali per il trasferimento di alcune unità operative nel Meridione. A valle delle risultanze dello studio sarà valutata quindi l’attuazione delle soluzioni organizzative e delle linee d’azione più opportune in merito alla distribuzione territoriale del personale, ai correlati costi e ai riflessi sull’operatività.