“A una eccellenza che deve rimanere tale e continuare a svolgere al meglio ogni sua funzione. Il nostro compito è quello di consentirlo”.
Così ho scritto sul libro delle memorie dello SCFM di Firenze che ho visitato questa mattina insieme alla collega del MoVimento 5 Stelle, Francesca Anna Ruggiero.
Ed è la realtà, perché questa struttura ha un grande potenziale e ritengo il suo operato strategico per il Paese. Qui si fa ricerca e si producono farmaci, in particolare i cosiddetti “farmaci orfani” (ossia quelli che, pur essendo scientificamente validi ed efficaci, non rientrano nel circuito farmaceutico ufficiale in quanto di scarso interesse commerciale).
Tali farmaci, poi, risultano essere fondamentali per i soggetti affetti da malattie rare, per cui la struttura é specializzata. A questo si aggiunge la produzione di sostanze farmacologiche a base di cannabis, utilizzata per uso terapeutico per patologie come la sclerosi multipla, glaucoma e malattie neoplastiche.
Uno stabilimento davvero efficiente e all’avanguardia, che da qualche anno lavora sotto l’egida dell’AID (Agenzia Industrie Difesa), non senza difficoltà, come ad esempio quelle legate alla elevata età media del personale e alla scarsa disponibilità di risorse umane ed economiche.
Sono tanti gli aspetti che mi hanno colpito, non ultima la calorosa accoglienza e disponibilità che ci è stata dimostrata dai militari operatori, dai funzionari civili e dai dirigenti, in primis il colonnello dott. Antonio Medica.
Sono numerosi gli spunti che terró in considerazione per continuare ad approfondire non solo il core business dello SCFM ma anche le oggettive problematiche che sono in attesa di risposta.
Eccellenze come questa, non solo a livello nazionale ma internazionale, attendono di essere valorizzate, perché salvare delle vite o semplicemente cercare di migliorarne la qualità – sapendo di esserne gli artefici – è davvero appagante!