La storia dello stretto connubio tra Taranto e il mare si arricchisce di un altro particolarissimo capitolo. L’arrivo dell’Ammiraglia Cavour, che per la prima volta attraversa il canale navigabile, ha coinvolto il capoluogo ionico sia in termini di impatto visivo, quindi spettacolare, sia in termini economici.

La città infatti, anche nel settore della Difesa, si misura con nuove sfide e future opportunità che devono necessariamente guardare al di là dei confini locali. Quella che l’Arsenale, e il relativo indotto, si apprestano a realizzare è di certo una commessa importante: stiamo parlando di 74 milioni di euro che danno respiro a un settore del territorio che vive un momento di forte apprensione popolare.

Ho avuto già modo di sciogliere i timori assolutamente infondati circa lo spostamento di alcuni corsi della Marina, su cui in maniera incauta si è fatto del terrorismo psicologico, paventando ingenti perdite economiche che a quanto pare si sono rivelate pura fantasia. Lo stesso Ministero ha ribadito l’importanza del sito tarantino nello scacchiere delle forze armate per le sue molteplici peculiarità.

In molti si chiedono quale sarà il futuro dell’Arsenale di Taranto, anche nell’ottica della riconversione economica del territorio. Proprio il settore tecnologico e altamente specializzato dell’Industria Difesa può rappresentare un volano per l’intera provincia, mettendo a sistema e promuovendo le eccellenze che già insistono sul territorio.

Potrebbero esserci grosse opportunità per la nostra area che prevedono l’utilizzo di alcune tecnologie avanzate utili alla prevenzione o alla segnalazione in emergenza di alcune criticità, anche a livello ambientale. Progetti che si legherebbero bene anche con il settore difesa, in linea con il grande interesse dimostrato dal ministro Trenta proprio sull’aspetto dell’urgenza ambientale. Quindi, nuove prospettive di ricerca e sviluppo, possibili investimenti industriali non più anacronistici o fortemente inquinanti, per cui sto personalmente lavorando e portando avanti in numerosi incontri, sui quali spero di dare qualche notizia nel breve periodo. Puntare  pertanto su un comparto in forte espansione a livello internazionale che, di pari passo con le rinnovabili e l’economia circolare del tecnopolo del Mediterraneo, riuscirebbe a cambiare volto a una provincia che da troppo tempo aspetta il cambiamento ma, che ha pagato l’assenza di rappresentanti nelle istituzioni che credessero davvero nelle potenzialità che il nostro territorio è in grado di esprimere.

D’altro canto, rimane un obiettivo primario preservare e tramandare il know how che ancora oggi caratterizza il settore della manutenzione e prima del funzionamento legato alla Difesa. Insomma, il concetto che voglio far passare, osservando sia pure a distanza l’imponente operazione per via del voto alla legge di Bilancio alla Camera, è che bisogna tutelare il lavoro e l’alto livello di esperienza maturata ma è altrettanto necessario aprirsi e cogliere al volo nuovi progetti altamente tecnologici e di ampio respiro. La volontà c’è, stiamo lavorando per fare in modo che tale percorso divenga concreto nel breve periodo, e che non resti un’intesa solo in termini ideali. Benvenuta Cavour!