“Taranto, autisti dei bus indagati per violenza sessuale su una disabile”
“Taranto, tenta di uccidere la moglie e si suicida”
“Maltratta moglie e figli, arrestato dopo la denuncia della coniuge”
Tutto questo è successo a Taranto nel giro di poche settimane.
Per questo, proprio oggi su un noto giornale locale è apparso un mio intervento con cui sottolineo l’importanza di proseguire verso una riqualificazione morale del territorio.
Perché la cronaca tarantina di queste ultimi giorni non ci narra solo fatti ma conferma le lacune sociali e culturali a cui la cittadinanza rimane esposta, malgrado il territorio non sia estraneo a percorsi educativi e di sensibilizzazione anche sul tema del rispetto di genere.
Secondo il mio parere, i gravi fatti a cui assistiamo rivelano che non basta più la repressione della legge, non serve formare esperti, e non è sufficiente incrementare le risorse a disposizione delle associazioni e dei centri, se contemporaneamente non si interviene con progetti di riqualificazione morale nelle scuole, nelle aziende e in tutti i contesti sociali dove è importante affermare il rispetto e l’uguaglianza dell’altro da noi.
Ho letto con molto interesse l’intervento dell’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, infatti credo che la lungimiranza del suo messaggio vada seriamente accolto dall’amministrazione comunale e dall’intera rete associativa tarantina: questi gravi casi di cronaca, con un unico comune denominatore, sono un allarme di cui tutti siamo responsabili.
Di seguito l’articolo di cui vi ho accennato sopra…