Continua la guerra di logoramento nei confronti del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. Vere e proprie provocazioni costruite ad arte per delegittimare la sua persona e il suo operato. Avete mai visto nulla del genere prima d’ora? Del resto, non per guastare la festa a nessuno ma spesso, nelle guerre di logoramento ad avere la meglio sono le donne.
Tuttavia, è doveroso prendere le distanze dalla propaganda denigratoria, esprimo per questo piena solidarietà all’impegno e al lavoro del Ministro, che sin dall’inizio del suo mandato ha fatto di tutto per rivalutare agli occhi dell’opinione pubblica le Forze Armate, per diffondere e far conoscere il loro apporto insostituibile, nonché esaltare anche l’aspetto umano di chi svolge il proprio compito con passione e nell’interesse della Patria e dei cittadini italiani, sia qui che all’estero. Solo per tale aspetto, il suo impegno istituzionale e le sue responsabilità andrebbero onorati e sostenuti.
Vorrei aggiungere un altro pensiero: le critiche risultano costruttive quando vengono fatte nel merito. D’altra parte se rimangono meri esercizi di ars oratoria – riusciti anche male – non sortiscono un buon effetto ai fini del percorso che si intende portare avanti nel mondo delle Forze armate, che dovrebbero (il condizionale é d’obbligo) sempre e comunque mantenere i principi di neutralità e terzietà nei confronti del mondo istituzionale e politico.
Ma ahimè, questo accade, quando probabilmente si confonde con altro una propensione al dialogo per lavorare meglio e procedere verso gli stessi obiettivi, disposizione a cui magari non si era abituati.
Il cambiamento é in atto, proprio per questo bisogna unire gli intenti, sempre se gli obiettivi comuni sono il bene e la sicurezza della collettività. Se poi, lo scopo è quello di lucidare il proprio piedistallo, beh…non c’è nemmeno da parlarne…