“PARTENARIATO ITALIA CINA NELLA NUOVA VIA DELLA SETA” è il titolo di un interessante convegno al quale ho partecipato il 10 maggio al Senato, organizzato su iniziativa del senatore Vito Petrocelli (presidente della commissione Affari esteri di Palazzo Madama). Tra i relatori vi erano anche il ministro per il Sud, Barbara Lezzi e il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano.

“Su questa Via non passeranno solo beni e servizi, sarà infatti una Via della Seta della Conoscenza, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo e la prosperità per tutti i nostri popoli grazie alla connettività infrastrutturale, fisica e soprattutto umana”.

Questa frase è del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ed è stata concettualmente ripresa oggi dall’ambasciatore cinese Li Ruiyu, il quale ha fatto cenno a una vera e propria “connessione fra cuori”, regalando alla platea una bellissima immagine di vicinanza e cooperazione tra i due Paesi.
Anche perché, come ha ricordato il diplomatico, storicamente la partenza e l’arrivo dell’antica Via della Seta erano proprio l’Italia e la Cina, unite idealmente anche se fisicamente molto distanti.

UN MOTORE PER IL MADE IN ITALY
Non sottovalutate l’importanza che il memorandum di recente firma tra il nostro Paese e la realtà asiatica può avere anche sul fronte del l’esportazione del Made in Italy, molto amato in Cina! In effetti i dati ci dicono che le esportazioni di prodotti italiani sono cresciute del 15%. Tutto questo grazie alla promozione delle nostre eccellenze.

Vi avevo già detto che faccio parte dell’intergruppo parlamentare Italia – Cina, proprio perché credo che nella conoscenza di realtà differenti possa celarsi la forza di un Paese, la sua capacità di crescere, anche culturalmente.

UN INTERSCAMBIO CULTURALE NON SOLO COMMERCIALE…Tra gli aspetti più rilevanti del memorandum c’è quello che riguarda la connettività cosiddetta ‘people-to-people’ che promuove la crescita dell’interscambio culturale e interpersonale tra i nostri Paesi in termini di cooperazione in campo accademico, scientifico, culturale e turistico con progetti di collaborazione tra atenei universitari e istituzioni di ricerca, scambi culturali per i giovani e gemellaggi tra siti Unesco.

UN’OPPORTUNITÀ ANCHE PER I PORTI DEL SUD, il malcontento dimostrato da taluni amministratori del sud è privo di fondamento in quanto non c’è stata nessuna esclusione. Semplicemente “i porti di Genova e di Triste avevano già avviato alcuni accordi ed è per questo che sono stati espressamente menzionati”. A dircelo è stata proprio il Ministro Lezzi che ha aggiunto: “Ora l’interlocuzione con la Cina sarà più ampia ed estesa […] voglio sottolineare l’importanza di porti come Gioia Tauro e Taranto, che sono al centro del Mediterraneo e auspico una loro crescita grazie a questo nuovo dialogo con la Cina”.