“Non finisce qui”. Sono state queste le parole di reazione del nostro capo politico Luigi Di Maio davanti alla chiusura del Quirinale al governo del cambiamento. Parole che non sono rimaste incompiute perché finalmente “la nave è approdata in porto”, per dirla con il neo ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, che dal palco de #IlMioVotoConta del 2 giugno ha usato questa espressione per descrivere il grande lavoro e impegno profuso per arrivare fino a qui.

Ci siamo, siamo arrivati al giorno della fiducia all’Esecutivo Conte, ma tante cose sono successe dal 27 maggio ad oggi di cui non vi ho dato conto. Sono state ore di attesa e trepidazione, noi dietro alle quinte e Di Maio in prima fila per cercare una soluzione all’impasse che si era creato. Qualcosa è cambiato con la proposta di Di Maio rivelata in diretta Facebook: “Lo propongo prima a voi cittadini, la mia idea è quella di aggiungere un’altra persona alla squadra di governo già presentata, una persona oltre il professor Savona che per stessa caratura possa prendere il posto di ministro all’Economia”.

Così è stato, perché l’epilogo di questa trafila è prima di tutto Giuseppe Conte al governo, con due viceministri, ossia Luigi Di Maio e Matteo Salvini, Giorgetti della Lega nel ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e poi tutta la schiera dei ministri: oltre al già citato Bonisoli ai Beni culturali, Elisabetta Trenta alla Difesa, Barbara Lezzi al Ministero per il Sud, Giulia Grillo alla Salute, Riccardo Fraccaro ai Rapporti con il Parlamento, Bonafede alla Giustizia, Moavero Milanesi agli Esteri, Savona alle Politiche comunitarie, Luigi Di Maio allo Sviluppo economico e Lavoro, Matteo Salvini all’Interno, Giulia Bongiorno alla Pubblica amministrazione, Erika Stefani agli Affari regionali e autonomie, Lorenzo Fontana ministro della Disabilità e della Famiglia, Giovanni Tria all’Economia, Centinaio all’Agricoltura, Tondelli alle Infrastrutture, Bussetti all’Istruzione, Sergio Costa all’Ambiente.

In definitiva, al Movimento 5 Stelle vanno sei ministri, più il Presidente del Consiglio, perché sebbene Giuseppe Conte sia espressione anche della Lega, un dato è certo: lui era presente nella squadra di governo con Di Maio premier che fu presentata durante la campagna elettorale, lo scorso 1 marzo. E pensare che era stata liquidata come una mera operazione di comunicazione.