Non è stato un inverno particolarmente rigido, per fortuna, ma per alcuni concittadini le cose non sono state così semplici come invece avrebbero dovuto essere.
Premessa
A gennaio 2024 una mia stretta conoscenza riceve una bolletta del gas davvero esorbitante. Diffidente come sempre, chiedo di visionarla: si tratta di una bolletta Enel Energia per la fornitura di gas naturale in cui il costo a metro cubo per la materia prima è fissato a € 2,43. Tantissimo, quasi 5 volte la media indicata da Arera per il periodo! Nessuna comunicazione relativa agli aumenti risultava mai pervenuta o intercorsa..
Inizio a cercare nel web dei riscontri e mi accorgo del numero rilevante di cittadini nella stessa situazione, da nord a sud. Ritengo quindi opportuno scrivere un appunto all’on. Bruno Tabacci perché mi sembra che il materiale possa essere oggetto di sindacato ispettivo. E vi spiego il perché..
A fronte dell’instabilità nei mercati delle materie prime provocata dal conflitto russo-ucraino e dalla susseguente crisi degli approvvigionamenti di gas, ad inizio agosto 2022 il governo Draghi ha varato il Decreto Aiuti Bis che stoppava ogni modifica contrattuale peggiorativa per i contratti sottoscritti nel mercato libero. Questo ha messo un freno agli aumenti in bolletta fino ad aprile 2023, uno dei punti salienti del Decreto Aiuti bis, probabilmente l’ultimo importante atto del governo Draghi.
Nei fatti però, il comportamento di alcuni prestatori non è stato molto lineare e con un comunicato stampa l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato rilevava nei confronti di 6 società l’adozione di “pratiche commerciali aggressive condizionando i consumatori ad accettare modifiche in aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, in contrasto con l’articolo 3 del Decreto Aiuti bis”. In particolare, Enel ed Eni – cui sono state irrogate sanzioni di 10 milioni e di 5 milioni – hanno modificato unilateralmente i prezzi di fornitura a oltre 4 milioni di consumatori sulla base delle clausole contrattuali che consentono alle stesse società di decidere a propria discrezione se e quando modificare le tariffe, una volta scaduti i prezzi dell’offerta economica scelta.
Come riportato in un articolo di Altroconsumo che ricostruisce la vicenda, é emerso che Enel Energia ha di fatto effettuato una modifica unilaterale del contratto aumentando le tariffe del gas applicate a partire dagli ultimi due mesi del 2023; una modifica che l’azienda sostiene di aver comunicato ai consumatori con un preavviso di 90 giorni (così come prevede la norma) ad agosto del 2023. Tuttavia sono tanti i clienti che dicono di non aver ricevuto alcuna comunicazione e di non essere mai stati avvisati dell’aumento. Si pone quindi un doppio problema:
- se l’azienda sostiene di aver informato i clienti, mentre i clienti affermano di non aver ricevuto alcuna comunicazione, purtroppo il codice di condotta commerciale approvato da Arera (l’Autorità garante dell’energia) scarica sui clienti l’onere di dimostrare di non aver mai ricevuto una comunicazione da parte del provider; insomma, l’onere della prova spetterebbe alla parte debole del contratto anche nel caso in cui la nuova tariffa viene di fatto scoperta solo quando ha ricevuto la bolletta. In questo caso poi, l’utente si trova di punto in bianco a dover pagare importi piuttosto elevati;
- nel caso di Enel Energia, la tariffa del gas naturale é passata in molti casi da 0,20 a 2,50 al metro cubo.
Questa situazione ha messo in difficoltà moltissime famiglie e utenti soprattutto anziani perché, anche se fosse stato comunicato per tempo (come sostiene Enel) ed essendo nelle facoltà di un’azienda modificare le proprie tariffe, l’entità dell’aumento é assolutamente disallineato in rapporto ai valori di mercato del periodo. Gli indici fissati da Arera si attestano infatti intorno a 0,30-0,50 euro al metro cubo, molto distanti dai 2,50 fissati da Enel Energia che resta comunque una partecipata in cui lo Stato italiano, tramite il MEF, rimane il principale azionista.
Su tutta questa situazione ha pesato il silenzio della politica, come sostenuto anche da Milena Gabanelli, anche se va rilevato che è stata realizzata un’interrogazione in commissione il 19 marzo scorso a cui è seguita un’audizione di Arera in commissione Attività produttive alla Camera. Magari una maggiore enfasi comunicativa avrebbero potuto darla i proponenti degli atti, ma più di questo, “da esterna”, non avrei potuto fare.
Resta il fatto che, ancora una volta, la politica avviticchiata a discutere di se stessa e su se stessa (destra e sinistra, senza distinzione) ha dimenticato che i problemi quotidiani dei cittadini sono altri, come ad esempio pagare le bollette..