Le reazioni scomposte di chi ha cercato di strumentalizzare, meramente per fini comunicativi e propagandistici, si commentano da sole.
Anzi, vi faccio riflettere anche su un altro dato: come mai ci sono tanti nomi di italiani fra i decorati con la Légion d’Honneur, la massima onorificenza attribuita dalla Repubblica Francese?

La realtà è che non si può parlare di decolonizzazione di un continente quando, a distanza di un secolo, uno dei più importanti Stati europei mantiene numerosi Paesi della fascia subsahariana totalmente dipendenti dal mercato estero, esponendoli a nuove forme di colonialismo, stavolta prettamente economiche.

La decolonizzazione è scritta nelle divisioni fatte con il righello sui confini africani, senza tener conto di etnie, culture e tribù. La decolonizzazione è spiegata nei libri di storia mentre le conseguenze di quello che doveva essere un racconto di liberazione lo subiscono tutt’oggi quei popoli.
Ma a qualcuno conviene pensare che questo Governo affronti il tema ‘migranti’ solo con politiche razziste ed esclusive.

Non è uno scontro Italia-Francia ma semplicemente rimettiamo il tema al centro del dibattito italiano anche per dare continuità a un percorso che il MoVimento 5 Stelle porta avanti da tempo e non solo a parole. Come ad esempio stanno facendo alcuni esponenti democratici quando tirano in ballo la dequalificazione dell’immagine italiana nel mondo, la credibilità del nostro Paese che, secondo loro, potrebbe perdere punti sul concetto di ‘esportatore di pace’.
Ebbene, proprio perché l’Italia esporta pace che vogliamo occuparci delle cause alla base del fenomeno migratorio e non sempre e solo degli effetti, tipo l’accoglienza.

Vi chiederete cosa c’entri l’immigrazione con il Franco CFA…c’entra e anche molto, perché come ha spiegato il Sottosegretario Manlio Di Stefano: “Non possiamo non notare come le 15 ex colonie francesi rappresentino oggi territorio di transito dei flussi migratori grazie alla rete criminale locale che sfrutta il fenomeno a suo vantaggio facendo leva sull’assenza di un’economia locale. Le migrazioni rappresentano quindi una parte consistente dell’economia locale in assenza di possibilità di sviluppo alternative”. E il perché manchi una forte economia locale è da imputarsi al fatto che la Francia detiene la valuta destinata alle sue ex 15 colonie e la converte in moneta locale, controllandone però il tasso di cambio e fattori paralleli come l’inflazione.
Non lo diciamo noi del Movimento 5 Stelle ma un emerito professore della Bocconi – Massimo Amato – come “il mantenimento del cambio fisso tra moneta locale ed euro costituisca di fatto un freno allo sviluppo”.

Stiamo solo continuando ad approfondire questo tema a noi molto caro senza nessuna intenzione di creare un incidente diplomatico.
Spero che si possa intavolare un dibattito serio, perché secondo qualcuno, noi del Movimento 5 Stelle facciamo sempre e solo propaganda ma ho la sensazione che qui valga il discorso del “c’è chi porta la nomina e chi intanto fa i fatti”.
E i fatti, purtroppo in questo caso, non sono atti concreti ma appunto polemica spicciola.

RESTIAMO UMANI PER DAVVERO E SE CI RIUSCIAMO ANCHE SERI.