C’è un aspetto inconfutabile su cui tutti concordano ed è il disastro prodotto dal Pd. Abbiamo accertato un trasferimento del complesso aziendale che non accontenta nessuno tra sindacati, lavoratori e cittadini.
Allo smemorato segretario del Pd, Maurizio Martina (oggi in visita davanti ai cancelli Ilva) ricordiamo che in cinque anni di governo non sono stati capaci di risolvere la vicenda Ilva e di mettere in sicurezza gli impianti e la salute dei lavoratori e della cittadinanza. L’unica cosa che sono riusciti a garantire è la continuità delle fonti inquinanti che seguitano a produrre solo eventi di malattia e morte.
Ascoltare ora dalle parole di Martina che il tempo è scaduto, è l’ennesimo schiaffo del Pd alla città di Taranto. Oggi di fronte a qualche lavoratore solo dichiarazioni irresponsabili e menzogne: la cessione voluta dal Pd prevedeva circa 3.500 lavoratori in esubero senza nessuna riassunzione, altro che zero esuberi.
La propaganda e la mancanza di responsabilità politica sono prerogative del Pd e non del M5S, che su Ilva sta dimostrando solo grande senso di responsabilità, visto che in caso di annullamento del contratto Mittal impugnerebbe davanti al TAR tale decisione, esponendo lo Stato al rischio di pagare rilevanti penali, oltre che responsabilità davanti alla Corte dei Conti.
Le illegittimità giuridiche accertate, prima dall’Anticorruzione e successivamente dall’Avvocatura dello Stato, hanno confermato i dubbi già palesati dal M5S sulla procedura di gara Ilva, chiaramente viziata da rilevanti criticità e da poca trasparenza. Il Ministro Luigi Di Maio e il governo hanno l’obbligo prima di prendere una decisione, che non tarderà a essere presa, di fare chiarezza, rivelando le diverse criticità tenute nascoste dal Pd all’opinione pubblica.
Ci chiediamo, in qualità di parlamentari tarantini del M5S, con quale faccia la delegazione Pd si sia presentata davanti ai lavoratori Ilva dopo una enorme mole di decretazione d’urgenza che ha concesso, tra le altre cose, anche l’immunità penale per i commissari e i futuri acquirenti tanto da legarla al contratto di cessione dell’Ilva. Indipendentemente dalle decisioni che saranno assunte, difenderemo quanto scritto nel contratto di governo.