La legge 244 del 2012 ha dato delega al Governo per riordinare in maniera complessiva lo strumento militare, inteso sia come dotazione strumentale che a livello di organico del personale militare. Nello specifico, mi riferisco a una diminuzione delle risorse umane in capo a tre Forze armate, Esercito, Aeronautica militare e Marina militare, escluso il Corpo delle Capitanerie di porto. Il riordino dovrebbe essere attuato entro il 2024.

Una doverosa premessa per introdurre le novità contenute nella mia proposta di legge (online sulla piattaforma Rousseau – sezione Lex Parlamento – fino all’11 maggio 2019) dove la razionalizzazione e quindi il riordino dello strumento militare – in senso di maggiore efficienza – ne rappresentano le direttrici.

In concreto, ho previsto di inserire nel Codice dell’Ordinamento Militare la possibilità, per il personale in servizio permanente, dell’Esercito, dell’Aeronautica e della Marina, di partecipare ai bandi di mobilità delle Amministrazioni pubbliche.

Attraverso l’introduzione di un articolo nel Codice preposto, gli appartenenti alle tre Forze Armate – escluso il Corpo delle capitanerie di porto – se non interessati a ferme obbligatorie o volontarie, possono effettuare il passaggio alla Pubblica amministrazione in maniera volontaria ma attenzione, non in modo automatico. Questo perché, è prevista una procedura di selezione. È importante sapere poi, che il personale militare interessato, parteciperebbe alle procedure di selezione con le stesse modalità contemplate per gli altri dipendenti pubblici coinvolti.

La proposta di legge sulla mobilità volontaria – aperta alla consultazione pubblica per recepire tutti i vostri commenti fino all’11 maggio 2019 – mira inoltre a salvaguardare l’operatività e la funzionalità delle Forze Armate, attraverso l’individuazione di professionalità “pregiate” a cui non permettere il transito. Mi riferisco a medici, piloti, navigatori…

La razionalizzazione dello strumento militare, di cui ho accennato all’inizio, è un obiettivo che va a rilento! Da una parte, a causa dell’insufficienza delle misure introdotte per gestire le eccedenze di personale e dall’altra, per alcune normative rimaste inattuate, in quanto collegate a tabelle di equiparazione limitate e carenti.

Mentre, con questa proposta di legge, che consta di un solo articolo e due commi, si avrebbe un significativo risparmio di spesa per la Difesa e il provvedimento non comporterebbe nemmeno nuovi o maggiori oneri per la Pubblica amministrazione di destinazione.

Tutto questo perché il posto che andrebbe a ricoprire il soggetto in mobilità volontaria entrerebbe nelle facoltà assunzionali dell’amministrazione di destinazione.

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