Cosa ne pensi di questo nuovo Governo?
Mi è stato domandato più volte in questi giorni, sia da amici che da colleghi. Personalmente mi sono chiesta quali fossero state le dinamiche, gli interessi, i ragionamenti che hanno portato a riconferme e sostituzioni. Me lo chiedo ancora oggi, con l’unica certezza che tante domande non riceveranno risposta. E questo è un fatto.
Al di là dei fatti, entriamo nel campo della fiducia nei confronti di un gruppo politico che ho scelto per i suoi principi. I vostri dubbi sono i miei, i vostri quesiti li condivido, e la questione non è tanto ricevere risposte da qualcuno che ci ha liquidati banalmente dicendoci di “non guardare più al passato”, bensì cercare di raggiungere realmente l’obiettivo. Per farlo bisogna esserci e continuare con impegno e responsabilità il percorso iniziato il 4 marzo 2018. Questo comporta sacrifici, anche quello umano di subire in continuazione accuse di subordinazione rispetto a decisioni che a molti sembrano calate dall’alto, oppure l’isolamento rispetto a dinamiche interne.
Al di là dei pensieri semplici, quasi populisti, esiste una richiesta di confronto che non necessariamente deve essere sbandierata e che appartiene alla prassi assembleare. Il mandato ricevuto dagli elettori il 4 marzo è l’unica istanza che impone responsabilità nei confronti dei cittadini italiani, bisogna agire (nella vita, ma maggiormente nelle istituzioni) slegati dal consenso e perseguire invece i valori (gli unici trasversali), il benessere dei cittadini, la difesa della Repubblica.
Proprio oggi il MoVimento 5 Stelle ha dimostrato cosa significhi andare avanti pur essendo un unicum all’interno del Parlamento. Siamo stati i soli ad aver votato a favore dell’uso delle intercettazioni relative all’inchiesta che coinvolge il deputato di Forza Italia Diego Sozzani. Un esempio fra tanti per palesare le enormi differenze che convivono anche all’interno di questa maggioranza. Non c’è un partito migliore dell’altro o maggiormente affine come hanno scritto i giornali riferendosi al Pd. Per me potrebbero tutti rientrare nel torbido limbo da cui sono usciti.
Il silenzio di questi giorni, quindi, non è un’omissione bensì compagno della riflessione che non mi ha mai abbandonato. Ricostruiamo insieme le nostre perdite di equilibrio, in nome di un sogno che probabilmente è rimasto ancora una volta nel cassetto del sistema Paese. Le idee ci sono, la via maestra è la Cosa pubblica, la tenacia è l’unico motore che mi ha sempre guidato. Le persone, quelle…vanno e vengono. E non dimentichiamo che dietro i momenti più bui della storia, dall’inquisizione ai totalitarismi, dai roghi di libri a quelli delle streghe, c’erano sempre degli uomini piccoli e soli.