Il Decreto Dignità non crea occupazione perché è una norma, il lavoro cresce all’interno di una società grazie alla domanda e soprattutto agli investimenti. Non lo dico io ma numerosi economisti. Quel che è certo, però, è che il Decreto Dignità dà una bella spallata alla precarietà che, evidentemente in questi anni è scaturita da un’incontrollata flessibilità nel mondo del lavoro.
FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA…
Ecco cosa cambia per il contratto di somministrazione con il Decreto Dignità:
1. Avrà una durata massima di 24 mesi;
2. Puó essere prorogato al massimo per 4 volte;
3. Chi stipula il contratto di somministrazione per più di 12 mesi e, anche in caso di rinnovo, dovrà obbligatoriamente inserire una causale, ossia motivare questa scelta;
4. Il numero di lavoratori assunti con contratto di somministrazione a tempo determinato non può eccedere il 30% dell’intero organico.
Ai contestatori del Decreto Dignità, secondo i quali avrebbe ricadute più che negative sulla vita dei lavoratori Teleperformance, dico che sarebbe meglio dire la verità a questi dipendenti, smettendola di strumentalizzare una riforma che non ha niente a che fare con le conseguenze che denunciano, perché la visione dei ‘polli in batteria’ all’interno dei call center non è nata ieri.
IL DECRETO DIGNITÀ NASCE PER COMBATTERE A LIVELLO NAZIONALE LA PRECARIETÀ invertendo la rotta rispetto a una flessibilità sfrenata che spesso maschera una vera e propria instabilità.
Ad esempio, con il reinserimento delle causali (vedi più su quando parlo del contratto di somministrazione), oltre a contrastare la precarietà, il datore di lavoro sarà orientato a rivalutare il contratto a tempo indeterminato.
PER CHI CONTESTA A PRESCINDERE: OGGI È IL DECRETO DIGNITÀ DOMANI SARÀ UN’ALTRA RIFORMA…
Chi infatti oggi pensa che il Decreto Dignità sia un vulnus per i lavoratori di Teleperformance Taranto non solo dimostra di non essere coerente con la storia di quella azienda ma soprattutto perpetra una propaganda pretestuosa dove i lavoratori sono solo un ripiego per attaccare la riforma del lavoro di turno.
FACCIAMO UN PASSO INDIETRO…
In poco più di dieci anni Teleperformance Taranto è diventata la seconda realtà occupazionale della città, passando per varie riforme del lavoro, da contratti a tempo indeterminato ai contratti a progetto che hanno spremuto fino a dove era possibile i dipendenti dell’azienda solo per arrivare a segnare il termine delle campagne pubblicitarie. Poi è dilagato il fenomeno della delocalizzazione e infine il Jobs Act del governo Renzi che ha falcidiato il mondo del lavoro.
Il Decreto Dignità è oggetto di affermazioni ingiuste e strumentali soprattutto se pensiamo che con la stretta sulle delocalizzazioni aziendali, procediamo verso la risoluzione di uno dei più grossi problemi che hanno vissuto proprio i call center in questi ultimi anni.
CONCENTRIAMOCI ANCHE SULLE REALI CONDIZIONI DI LAVORO ALL’INTERNO DEI CALL CENTER ma soprattutto bisogna diversificare le alternative per questo territorio affinché i giovani tarantini non debbano essere costretti ad accontentarsi delle poche e mal pagate offerte che gli vengono proposte.